Perché la sepoltura accanto ai martiri? | ||||||||||||||||||||
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Il culto dei martiri fu accompagnato sin dall’inizio dal diffuso desiderio, presso i cristiani, di essere seppelliti accanto alle loro tombe, con la conseguente proliferazione di luoghi di inumazione presso i sacrari dei più venerati eroi della fede, specialmente nel corso del V secolo. Questa usanza derivava principalmente dalla convinzione che, nel giorno del giudizio, le anime dei santi si sarebbero di nuovo riunite ai propri corpi, e che in questo passaggio al paradiso sarebbero state accompagnate da coloro che giacevano nelle vicinanze, i quali avrebbero così trovato una più pronta accoglienza presso Dio. San Gregorio di Nissa, nel sermone sui quaranta martiri, affermava di aver deposto i corpi dei propri genitori accanto ad una porzione "delle ceneri di questi guerrieri, poiché nell’ora della resurrezione potrebbero essere risvegliati assieme a tali compagni fortemente privilegiati".
I papi, dunque, furono i primi ad assicurasi un posto accanto ai martiri più venerati. All’inizio del V secolo, ben tre di essi si fecero seppellire nella catacomba presso la camera sepolcrale di S. Lorenzo. Ma fu la basilica di S. Pietro, divenuta presto la chiesa cimiteriale più venerata di Roma, ad ospitare abitualmente per molti secoli le tombe dei pontefici, a partire da Leone Magno. Tale interesse portò alla diffusione di un gran numero di nuove costruzioni sopra le catacombe, tutto intorno alla città: basiliche cimiteriali, specialmente nel IV secolo, e poi anche basiliche più piccole (secoli IV e V), come sacrari dei martiri minori. Specialmente attorno ai santuari dei tre grandi martiri di Roma - Pietro , Paolo e Lorenzo - si addensarono in quel periodo mausolei, monasteri ed ospizi. Attorno alla basilica di S. Pietro sorgeva un gran numero di costruzioni: mausolei, altri edifici sepolcrali, monasteri, battisteri, sale per udienze, ospizi per i poveri ed altro. Attorno ai maggiori santuari si cominciarono così a formare dei veri e propri suburbi, a partire anche dall’insediamento dei bottegai e degli artigiani che vivevano dell’afflusso di visitatori, accompagnati naturalmente dai mendicanti. La periferia romana, all’inizio del VI secolo, appariva così dominata dalla presenza della Chiesa, segno di una Roma cristiana che ormai era riuscita a superare il confine delle mura aureliane (Krautheimer). In S. Agnese, l’usanza della sepoltura presso la tomba della martire si manifestò sin dalla costruzione, da parte di Costantino, della grande basilica cimiteriale, che svolgeva per l’appunto la funzione di cimitero coperto, proprio a seguito dell’esigenza di ricavare maggiore spazio, rispetto a quello offerto dalle catacombe. Lo stesso Mausoleo di S. Costanza scaturiva dalla medesima esigenza, assicurando in questo caso alla figlia dell’imperatore un posto d’onore, degno del suo rango, in prima fila per il giorno finale. Roma - Pianta dei santuari fuori le mura (da Krautheimer, 1981): (facendo click sull'immagine si può acedere ad una mappa interattiva)
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